
Libertà va cercando ch’è si cara, che ben sa chi per lei vita rifiuta» (Purgatorio I, 70-
72), così Dante a proposito di Catone, che scelse la libertà piuttosto che la vita. Il dilemma e la crisi di coscienza non nascono quando da una parte c’è un valore e dall’altro un conclamato disvalore, ad esempio la pace e la guerra,
ma allorché confliggono due valori fondamentali come quelli della vita e della libertà. Ora, finché si tratta della propria vita e di metterla a repentaglio perché la mancanza di libertà si ritiene insostenibile (come per Catone), nulla o quasi da eccepire, ma se si tratta della vita degli altri, ovvero degli innocenti? Siamo così sicuri che avrebbero scelto di morire?
Di Giuseppe Lorizio su Avvenire 13 marzo 2022
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