Dalle narrazioni al discernimento. Nella storia per la profezia.

Il cammino sinodale di quella (la Chiesa) che un mio amico diversamente credente ama chiamare la «multinazionale del conforto», non va letto e interpretato alla stregua di una «strategia aziendale» volta a migliorare il prodotto ed aumentare gli acquirenti. In particolare, riferendoci alla Chiesa italiana, siamo di fronte a tre momenti nei quali scorgiamo rappresentate le tre sezioni della Tanakh (la Bibbia ebraica), che corrispondono alle tre dimensioni della Parola di Dio: quella storico-narrativa, quella sapienziale-discernente e quella profetico-prospettica. Anche così viene ad esprimersi il radicamento fondamentale della comunità credente, chiamata ad assumere la Rivelazione come orientamento, lasciandosi guidare da quella «stella della redenzione» (Franz Rosenzweig) alla quale è rivolto il suo sguardo ed è indirizzato il suo percorso.
continua lettura dell’art. di Giuseppe Lorizio su Avvenire.it 28 Maggio 2023 https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/nella-storia-per-la-profezia

Il 22 maggio 1873 moriva a Milano Alessandro Manzoni…

Copertina del numero 283 di Luoghi dell’infinito e sul retro la riproduzione della prima pagina del manoscritto dei “Promessi Sposi”

Nell’occasione del 150esimo del poeta milanese, pubblichiamo l’articolo di Giuseppe Lorizio apparso su i luoghi dell’Infinito (mensile di Avvenire).

L’amico Rosmini. L’incontro tra Manzoni e il filosofo
di Rovereto è di quelli “provvidenziali”

L’incontro fecondo e duraturo fra Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini avviene durante un lungo soggiorno milanese del filosofo e teologo nel 1826. Questi aveva appena ventinove anni, mentre il Manzoni quarantuno. Nei due anni trascorsi nella capitale del Lombardo-Veneto, Rosmini, che proveniva da Rovereto, nel Trentino asburgico, lavora prevalentemente alla revisione della sua opera di filosofia della politica. Si tratta di un periodo molto intenso per gli studi, gli incontri e le amicizie coltivate: particolarmente significativi per i loro sviluppi i rapporti col conte Giacomo Mellerio e, soprattutto, con Alessandro Manzoni.

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Quanto conosciamo del nostro universo?

La logica della testimonianza nelle scienze empiriche: il contributo di un fisico delle astroparticelle.
Sul rapporto tra scienza e fede, si possono consultare al riguardo anche gli articoli del prof. Lorizio
https://www.avvenire.it/agora/pagine/fine-vita-il-mistero-sia-un-patrimonio-laico
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ma-dio-non-un-ipotesi-amore-nella-storia
https://www.avvenire.it/agora/pagine/tra-teologia-e-fisica-finestre-di-ragione
Eleonora Loffredo è dottoranda in Fisica delle astroparticelle presso il Gran Sasso Science Institute a L’Aquila. Ha conseguito la laurea magistrale in fisica teorica presso l’Università degli Studi di Trento con una tesi sui processi microfisici che operano durante la coalescenza di stelle di neutroni. Tra i suoi interessi di ricerca figurano la microfisica delle stelle di neutroni e l’astronomia multimessaggera con le onde gravitazionali.

Incontro del 17 Maggio 2023 ore 15.00 Pontificia Università Lateranense

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Fra Barth e Harnack la via stretta della teologia

di Romano Penna su Avvenire 5 Maggio

L’interpretazione della Bibbia è sempre stata un dovere e una necessità nella storia della chiesa, già da quando la Seconda Lettera di Pietro lamentava che «gli ignoranti e gli incerti travisano le Scritture» (3,16). Tra gli impegnati in
questo discernimento ermeneutico si potrebbero ricordare almeno i nomi di Agostino, Tommaso, Lutero. Ebbene una tipica discussione in merito ha caratterizzato anche gli inizi dello scorso secolo XX, di cui sono stati protagonisti due grandi nomi della ricerca esegetico-teologica dell’area germanica: Karl Barth (1885-1968), teologo riformato svizzero, e Adolf von Harnack (1851- 1930), storico ed esegeta luterano.
Proprio a loro Fulvio Ferrario, Ordinario di Dogmatica presso la Facoltà valdese di Teologia in Roma, ha dedicato un’interessante pubblicazione che ne propone un confronto…

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Fare cultura sul territorio (romano) e lavorare in rete

Le linee operative dell’Ufficio diocesano (romano) nato con la In Ecclesiarum communione. Il direttore Lorizio, docente di Teologia alla Lateranense: «Il nostro slogan? Una frase della Evangelii gaudium: “La grazia suppone la cultura”».

Il documento programmatico è pronto, e c’è anche una sorta di “slogan” per l’impegno appena iniziato, tratto dal numero 115 della Evangelii gaudium di Papa Francesco: «La grazia suppone la cultura». È il “biglietto da visita” del neonato Ufficio diocesano per la cultura, una delle novità della costituzione apostolica “In Ecclesiarum communione” che il Santo Padre ha emanato il 6 gennaio scorso sull’ordinamento del Vicariato di Roma. A dirigerlo, dal 1° marzo, è monsignor Giuseppe Lorizio, ordinario di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, coadiuvato dal vicedirettore padre Marco Staffolani, passionista.

Continua la lettura dell’articolo Di Angelo Zema su RomaSette 3 Maggio 2023